I rifugi antiaerei di Milano, un viaggio nella memoria storica della città

La Connessione Culturale dedicata ai rifugi antiaerei sarà l’occasione per intraprendere un viaggio nella storia, alla scoperta di luoghi simbolo della memoria della città di Milano, molto spesso inaccessibili.

Durante la Seconda Guerra Mondiale a Milano, come in molte altre città italiane, gli scantinati vennero adibiti a rifugi antiaerei, denominati anche “ricoveri anticrollo” se puntellati, o “antischegge” se dotati solo di apprestamenti minimi. Non si devono confondere con i rifugi antiaerei propriamente detti, ovvero quelli costruiti in cemento armato, quindi a prova di bomba, e dotati di impianti di ventilazione, filtrazione e rigenerazione dell’aria, pertanto a prova di aggressivi chimici, i tanto temuti “gas di guerra”.

Di quelli ancora esistenti uno solo è stato restaurato dal Comune di Milano e si tratta di un ex bunker, poi convertito in rifugio antiaereo pubblico: è situato in Piazza Giuseppe Grandi, al di sotto della fontana: purtroppo non è quasi mai visitabile. Nei locali semisotterranei della Scuola Primaria Giacomo Leopardi vi è il Rifugio Antiaereo N° 87, inizialmente omologato per 450 persone, di cui ha parlato anche il regista Ermanno Olmi nelle pagine del suo libro “Il ragazzo della Bovisa”. È stato recuperato e reso visitabile al pubblico, grazie alla Preside prof. Laura Barbirato e agli speleologi dell’Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano.

Non tutti sanno che nel gennaio 1943 iniziarono i lavori per quello che doveva diventare il più grande rifugio antiaereo a uso pubblico situato in Piazza Duomo, sotto il sagrato. Sarebbe dovuto essere un vero e proprio bunker antibomba e “antigas” da convertire a fine conflitto nella prima fermata della Metropolitana Milanese. Progettato e seguito nell’esecuzione dal noto ing. Luigi Secchi, entrò in funzione l’anno seguente.

Il nostro viaggio alla scoperta di questi luoghi non può non comprendere una costruzione bizzarra e diversa rispetto a quelle finora incontrate, nota come Torre delle Sirene. Si tratta di un rifugio antiaereo di tipo speciale in elevato situato in corso Monforte, tra gli storici Palazzo Diotti e Palazzo Isimbardi. Era il primo rifugio della Regia Prefettura, poi divenuto sede dell’impianto che metteva in funzione le sirene d’allarme cittadine.

A poche decine di metri di distanza, mascherato nel giardino di Palazzo Isimbardi, vi è il Bunker della Regia Prefettura: il piano inferiore era destinato al Prefetto, alla sua famiglia e ai collaboratori più stretti; il piano superiore era invece riservato al solo personale femminile della Provincia e dell’OMNI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia).

La Connessione Culturale dedicata ai rifugi antiaerei sarà un tour della memoria, nei luoghi più importanti e suggestivi che, ancora esistenti in città, ricordano l’orrore della guerra, per non dimenticare mai questa triste pagina del nostro recente passato.

Al termine dell’incontro sarà possibile porre domande alla guida, scambiarsi idee e commenti, rendendo quest’esperienza virtuale un momento vivo e vivace di dibattito artistico.