Corso cinema, Lezione 1 - Il Cinema muto e il Cinema del Ventennio

La Connessione Culturale dedicata al Cinema Italiano, in questa prima lezione, sarà un approfondimento sul cinema muto e del ventennio fascista. Un interessante viaggio alla scoperta della nascita della settima arte in Italia e del suo sviluppo durante il regime. 

Gli inizi del cinema italiano si fanno risalire a pochi mesi dopo il 28 dicembre 1895, data della storica e celebre proiezione a pagamento dei fratelli Lumiere a Parigi, che da instancabili promotori organizzarono già a marzo del 1896 le prime proiezioni pubbliche anche a Roma e Milano.

La diffusione del cinema fu talmente rapida e immediata che, nel giro di pochi anni, nacquero le prime sale cinematografiche e vennero fondate le prime case di produzione italiane che realizzarono principalmente film di carattere storico, tra cui possiamo menzionare il celebre Cabiria (1914).

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e il successivo ingresso dell’Italia nel conflitto, la produzione cinematografica italiana si concentrò principalmente sulle tematiche dell’eroismo e del sacrificio per sostenere, con maggior enfasi, la scelta interventista del governo.

Fu però durante il ventennio che il cinema italiano subì uno sviluppo notevole, divenendo non solo un mezzo di comunicazione di massa, ma anche e soprattutto un potente strumento per veicolare e trasmettere ideali e valori fascisti e, a questo scopo, venne concretamente sostenuto con ricchi e continui finanziamenti.

Successivamente, tra il 1936 e il 1943, fu l’epoca del “cinema dei telefoni bianchi”, un vero e proprio sottogenere della commedia molto in voga in Italia in quel periodo. Si trattava di una versione più leggera e frivola, priva in gran parte di critica o analisi sociale, della commedia precedente degli anni ’30. Tra i registi di questo nuovo filone si annoverano Mario Camerini e Alessandro Blasetti. Il primo diresse nel 1932 il suo film probabilmente più celebre, ovvero Gli uomini, che mascalzoni…, che lanciò come divo cinematografico Vittorio De Sica  e rese celebre la canzone Parlami d’amore Mariù…
L’atmosfera, allegra e spensierata, di questi film non rispecchiava però lo spirito cupo e angosciante che viveva il Paese, ormai stremato dalla dittatura fascista e in procinto di entrare in guerra.

La Connessione Culturale sul cinema muto e il cinema del ventennio fascista ci permetterà dunque di conoscere una stagione fondamentale della storia del cinema italiano.

Al termine dell’incontro sarà possibile porre domande alla guida, scambiarsi idee e commenti, rendendo questa esperienza virtuale un momento vivo e vivace di dibattito artistico.

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