Pollock e la scuola di New York
L’appuntamento delle Connessioni Culturali dedicata a Jackson Pollock fornirà l’occasione di conoscere e approfondire uno dei massimi esponenti dell’Espressionismo Astratto, sviluppatosi negli anni Quaranta e Cinquanta in America.
Nel secondo dopoguerra il centro della ricerca artistica internazionale si sposta negli Stati Uniti e in particolare a New York dove molte personalità, partendo dall’analisi di alcune delle maggiori avanguardie artistiche, cercano di creare un linguaggio nuovo e autonomo nei confronti dell’arte europea. La superficie pittorica viene intesa come uno spazio vitale dell’azione, non più semplice luogo di rappresentazione e i materiali utilizzati diventano gli strumenti di questo agire.
Durante la Connessione Culturale dedicata a Jackson Pollock scopriremo che per l’artista statunitense il gesto e la tela come spazio dell’azione diventano elementi fondamentali del suo operare e che nulla è lasciato al caso come potrebbe sembrare a prima vista. Nel 1952 la sua tecnica viene definita dal teorico Harold Rosemberg con il termine “Action Painting”, che evidenzia il significato profondo che ogni singolo movimento del corpo dell’artista ha nella creazione dell’opera. Con l’espressione “dripping” si definisce il suo particolare utilizzo del colore, che, spruzzato o semplicemente lasciato sgocciolare direttamente dai pennelli o dai barattoli sulla tela, crea immagini che possono proseguire oltre i limiti della superficie pittorica con grovigli e sovrapposizioni di materia.
Al termine dell’incontro sarà possibile porre domande alla guida, scambiarsi idee e commenti, rendendo quest’esperienza virtuale un momento vivo e vivace di dibattito artistico.