La Villa dei Papiri a Ercolano

La Connessione Culturale dedicata alla Villa dei Papiri sarà un viaggio sorprendente alla scoperta di una delle più grandi e sontuose ville romane mai esplorate, sepolta durante l’eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovata a seguito degli scavi archeologici dell’antica Ercolano.
La Villa dei Papiri, così chiamata perché al suo interno conservava una biblioteca con oltre milleottocento papiri, si trova all’estremo limite settentrionale dell’area degli “scavi nuovi” e venne costruita tra il 60 e il 50 a.C., fu molto probabilmente di proprietà del suocero di Gaio Giulio Cesare, ovvero a Lucio Calpurnio Pisone Cesonino.
Come molti edifici di Ercolano, la villa venne fortemente danneggiata dal terremoto di Pompei del 62 e fu oggetto di lavori di ristrutturazione e rifacimento delle decorazioni, ma venne successivamente sommersa dall’eruzione del Vesuvio del 79. A ciò si aggiunse nel 1631 un’ulteriore eruzione che colpì la zona e che la coprì di uno spesso strato di lava.
Ritrovata per caso durante la costruzione di un pozzo, la sua scoperta risale all’epoca degli scavi intrapresi per volontà di Carlo III di Borbone ed eseguiti, con un complesso sistema di cunicoli sotterranei, tra il 1750 e il 1764. Nella prima fase dei lavori, conclusi nel 1761, vennero recuperati affreschi, pavimenti e statue, oltre a circa duemila rotoli di papiri, mentre con la seconda campagna di scavi, tra il 1764 e il 1765, vennero chiusi tutti i pozzi di aerazione ed i cunicoli a causa di esalazioni tossiche.
Le indagini della Villa dei Papiri ripresero poi molto più tardi nel 1980, seguendo anche le antiche piante borboniche, mentre le operazioni di scavo a cielo aperto iniziarono nel 1985, successivamente si ebbe un’altra fase di lavori negli anni ’90, ripresa infine negli ultimi anni.
La struttura della villa, a forma di quadrato, a sua volta divisa in quattro quadrati, presenta in quelli meridionali spazi adibiti ai servizi, come alloggi, latrine e deposito dei papiri, mentre nella parte settentrionale la zona residenziale e ludica. Da notare l’ingresso, che affacciava direttamente sul mare, preceduto da un portico con colonne, simile a quello di Villa dei Misteri a Pompei, e pavimentato con mosaico con tessere bianche e nere. Da qui si accede quindi all’atrio che presenta un impluvium, contornato da undici statuette utilizzate come fontane e sul quale si aprono diversi ambienti, pavimentati a mosaico. Inoltre intorno al peristilio si trova la biblioteca, ambiente ricchissimo di testimonianze: qui vennero rinvenuti infatti milleottocentoventisei rotoli di papiro carbonizzati, per lo più scritti in greco e solo pochi in latino. La Villa dei Papiri è anche celebre per il gran numero di statue ritrovate, di cui la maggior parte in bronzo e il restante in marmo, realizzate nel I secolo a.C.
La Connessione Culturale dedicata alla Villa dei Papiri sarà un’occasione per conoscere e ammirare un tesoro unico, talmente suggestivo da diventare modello anche per la famosa villa Getty del ricco petroliere americano che, situata tra Malibù e Los Angeles, è oggi sede della sua prestigiosa e vastissima collezione.